Fiorì anche sotto la dominazione turca per l'industria tessile (lana), che vi ha preso nell'ultimo cinquantennio un largo sviluppo, sì da farne, con Sofia e Gabrovo, una delle città manifatturiere più importanti della Bulgaria. Notevole vi è anche la produzione di ottimi vini da tavola. Col congiungimento ferroviario di Sliven a Burgas e a Stara Zagora, la città ha segnato negli ultimi anni un certo sviluppo, passando da 20.248 ab. nel 1880 a 29.263 nel 1926. La popolazione comprende grossi nuclei di Zingari (3279 nel 1926), Turchi (1615) e Armeni (1095), viventi in quartieri proprî.
Sofia è una città gradevole, ricca di verde e con un clima favorevolmente influenzato dai vicini Monti Vitosha. Gli abitanti sono cortesi e gentili, e Sofia ha il carisma dell’essere capitale ma il centro è “compatto”, godibile e facilmente visitabile anche a piedi. I siti di maggior interesse sono concentrati nelle piazze Aleksander Batenberg e Narodno Sabranie Square e lungo il boulevard Tsar Osvoboditel Boulevard, l’area pavimentata in mattoni gialli.
Pittoresco in estate il mercato Rimskata Stena con la tanta frutta, le verdure colorate ed i fiori.
Oltre 7000 anni fa i traci fondano Serdica, saccheggiata e ricostruita da Alessandro Magno (IV secolo a.C.), fortificata dall'imperatore romano Traiano (I secolo a.C.), che la battezza Ulpia, nuovamente distrutta da Attila (441), più volte attaccata dagli slavi, fino a quando nell'809 il khan Krun non la consegna ai bulgari, che la chiamano Sredec. Dopo vari assedi, i bizantini la conquistano, mutandone il nome in Triadica, ma nel 1194 la città ritorna ai bulgari e viene inclusa nel secondo regno bulgaro di Ivan Asen I. All'inizio del XIV secolo compare per la prima volta sotto la denominazione di Sofija che nel 1329 diventa la splendida capitale del principato turco di Rumelia. Dopo la liberazione russa Sofia, dal 1879 capitale della Bulgaria, ha mostrato di prediligere il modello di vita occidentale, decisamente abbracciato con la fine del regime sovietico. A riemergere è stata soprattutto la vocazione artistica della città, dove nelle gallerie e nei locali del bulevar Vitoša si incontrano le avanguardie. Il paesaggio cittadino è caratterizzato dal massiccio del Vitoša (altitudine media 1500 m), ricco di acque e boschi, che dal 1934 è parco nazionale. I numerosi monasteri (circa 40) e le fortezze che sorgono sulle pendici del Vitoša sono stati trasformati in alberghi, strutture sportive e punti di partenza per ascensioni. La cima del massiccio è il Cerni Vrah (2290 m).
PLOSTAD NARODNO SABRANIE (piazza Assemblea Nazionale) La piazza prende il nome dall'edificio neoclassico dell'Assemblea Nazionale (fine XIX secolo), fronteggiato dal pametnik na Osvoboditelite (monumento ai liberatori) inaugurato nel 1907. Si tratta di un'opera di Arnaldo Zocchi, che culmina (14 m) con la statua equestre dello zar Alessandro II. Sulla piazza prospetta anche l'Accademia delle Scienze, che risale alla fine del XX secolo.
HRAM-PAMETNIK ALEKSANDAR NEVSKI (cattedrale-monumento Aleksandar Nevski) Simbolo di Sofia, è stata innalzata in stile bizantino a partire dal 1904 per commemorare la liberazione russa dai turchi. È il tempio ortodosso più grande della penisola balcanica, la cui cupola centrale raggiunge i 50 m. Quest'ultima è dorata come quella del campanile, al quale è collegata da una galleria con copertura a botte. Sotto la cupola del campanile, sorretta da un tamburo ottagonale aperto da archi, si trovano 12 campane di diversa grandezza. Per l'interno della cattedrale, a cinque navate, sono stati utilizzati materiali preziosi, onice e marmi provenienti da tutto il mondo; il baldacchino del trono vescovile è ornato da mosaici in vetro di Murano. Abbondano gli affreschi di artisti bulgari e russi. La cripta della Hram-pametnik Aleksandar Nevski (St. Alexander Nevsky, 1. Tel. 877697. Orario: 10.30-12.30/14.00-18.30; chiuso il martedì) ospita dal 1965 la collezione di icone della Nacionalna Hudožestvena Galerija. Le più antiche risalgono al XIII secolo, come la Madonna di Odighitria, l'unica icona bulgara a mosaico. Sono del secolo successivo S. Michele e S. Gabriele, proveniente dal monastero di Backovo, e l'icona del monastero di Poganovo (Serbia), raffigurata su due lati. Del '600 si segnala il S. Demetrio di Tarnovo, che rappresenta il distacco dalla tradizione (disposizione delle immagini, motivi decorativi tratti dal folclore). Seguono una Deisis e la Madonna Regina del Cielo (XVIII secolo) a rappresentare l'arte barocca e l'iconostasi in legno di noce intagliato proveniente dal monastero di Riga (1811). L'esposizione si conclude con le icone della Rinascenza: un S. Giorgio in origine custodito a Trjavna, la Vergine con il Bambino e i Santi del più importante esponente della scuola di Samokov, Zaharij Zograf (1810-53), e un Cristo in trono, dove è evidente la ricerca prospettica tipica del periodo.
SVETA SOFIJA (chiesa di S. Sofia) La chiesa è stata eretta sotto l'imperatore Giustiniano (VI secolo) sul sito di chiese precedenti (IV-V secolo), delle quali sono ancora visibili i resti. Sveta Sofija, che nel XIV secolo fu così importante da dare il nome alla città, è un raro esempio della transizione tra Occidente e Oriente, ancora facilmente riscontrabile nella sua struttura: tre navate precedute da nartece, volte a botte, parte centrale a croce greca sormontata da cupola. Ricostruita nel IX secolo probabilmente dallo zar Boris, dopo la conversione del paese al Cristianesimo, e trasformata in moschea all'epoca della dominazione turca, la chiesa viene abbandonata e distrutta da terremoti nel corso dell'800. Solo a partire dal 1910 viene restaurata e venti anni dopo riaperta al culto. Dietro l'abside della chiesa si trova la tomba dello scrittore Ivan Vazov (1850-1921) e sulla destra il Palazzo Sinodiale. Nei dintorni, resti di una necropoli romana.
BULEVARD OSVOBODITEL Su questo grande viale, che partendo da Ploštad Narodno Sabranie attraversa il centro storico di Sofia fino alla Ploštad Aleksandar Battenberg, si affacciano importanti edifici. Sulla destra si trova la Svjatoj Nikolaj, preceduta da giardini. Chiamata anche 'chiesa russa', è stata fatta edificare nel 1908 dall'ambasciatore russo Sementovskij-Kurilo e presenta la pianta tipica degli edifici sacri russi, dove il nartece immette direttamente nel nàos (cella del tempio). Contiene affreschi coevi alla costruzione della chiesa, riconducibili alla scuola di Novgorod (Russia). Accanto alla Svjatoj Nikolaj sorge il Nacionalen Prirodonaucen Muzej (Museo nazionale di Storia naturale. Tsar Osvoboditel Blvd., 1. Tel. 885215. Orario: 10.00- 9.00; aperto tutti i giorni), aperto al pubblico nel 1907. Il museo è diviso in tre sezioni principali, Geologia, Zoologia (da segnalare la vastissima collezione di insetti) e Botanica, che raccolgono anche pezzi di provenienza locale. All'altezza della Svjatoj Nikolaj, sulla sinistra, la ulika Levski porta al Nacionalen Teatar Ivan Vazov, il più grande teatro di prosa della Bulgaria costruito in stile neoclassico da architetti viennesi (1907) e riedificato circa venti anni dopo in seguito a un incendio.
PLOSTAD ALEKSANDAR BATTENBERG (piazza Aleksandar Battenberg) Fino alla fine del 1989 ha rappresentato il centro della vita politica nazionale, dove in occasione delle varie ricorrenze della storia socialista si svolgevano le parate militari. La piazza è chiusa dagli edifici della Banca nazionale di Bulgaria (1934-39) e del Comitato Centrale e Comitato Civico del Partito Comunista Bulgaro. Sulla Ploštad Aleksandar Battenberg si erge il mausoleo di Georgi Dimitrov, che fino al 1990 ha custodito i resti del fondatore della Bulgaria socialista. Si racconta che il mausoleo sia stato costruito in sei giorni alla morte del leader (1949), su imitazione di quello di Lenin a Mosca. Nell'antico palazzo reale, poi sede del tribunale turco, restaurato e ampliato dal principe Alessandro di Battenberg e dallo zar Ferdinando di Coburgo, sono stati alloggiati l'Etnografski Muzej (Museo etnografico. Moskovska St., 6A. Tel. 874191. Orario: 10.30-17.30; chiuso lunedì e martedì), che espone costumi popolari, stoffe, gioielli, sculture di legno, lavori in ferro battuto ecc., e la Galleria nazionale d'Arte.
SVETA PETKA SAMARDIJSKA È una piccola chiesa semi interrata (XIV-XV secolo), che è stata inclusa nell'Arhitekturno-istoriceski compleks. Dopo i restauri si è scoperto che le fondamenta della Sveta Petka Samardijska sono appartenute a un edificio pubblico romano (il complesso comprende anche i resti di una monumentale porta romana del III-II secolo difesa da torri ottagonali). All'interno sono state rinvenute delle tombe, poiché la chiesa, dove oggi sono raccolti resti romani, è stata usata come cripta. Al piano superiore sono conservati affreschi del XV secolo; si trova inoltre un'icona del 1847 proveniente dal monastero di Rozen, sulla quale è raffigurata la santa cui la chiesa è stata dedicata. A nord della Sveta Petka Samardžijska sorge la più bella moschea della Bulgaria, la Banja Baši damija (1576), costruita da Sinan, il grande architetto delle moschee di Solimano a Istanbul e di Selim a Edirne. A fianco della Banja Baši damija si stendono le terme municipali, ospitate in un edificio in stile moresco del 1913 immerso in un parco, mentre di fronte ad essa sorge il mercato coperto, l'Halite (1909), e quindi la Centralna Sinagoga. Quest'ultima è stata edificata sul modello della sinagoga sefardita di Vienna, distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale, ed è una delle più grandi d'Europa.
PLOSTAD SVETA NEDELJA (piazza Sveta Nedelja) L'ex piazza Lenin, aperta sull'antico foro romano, prende il nome dalla chiesa di Sveta Nedeja (1863), intitolata a una martire del III secolo canonizzata dalla Chiesa ortodossa, che sorge al centro. Elevata in stile russo-ortodosso sui resti di una chiesa in legno medievale, presenta pianta a croce greca, navata unica e cupola; gli affreschi sono dell'inizio del secolo scorso. Danneggiata durante l'attentato allo zar Boris (1925), è stata pesantemente restaurata.
SVETI GEORGI Eretta tra II e IV secolo, non si sa se come tempio, mausoleo, struttura termale o martyrium, la Sveti Georgi rappresenta il più antico edificio di Sofia. Distrutta dagli unni (447) e ricostruita da Giustiniano, usata come chiesa nel medioevo, all'interno presenta tre cicli di affreschi, databili dal X al XIV secolo, che furono coperti da uno strato d'intonaco durante il dominio turco, quando l'edificio venne trasformato in Gül džamija (moschea delle rose). Intorno alla Sveti Georgi si trovano resti della città romana.
Il cielo di Sofia è dominato dal duomo, dalla sua cupola d’oro (ma non dimenticatevi degli affreschi e delle icone all’interno!). Artigiani e artisti lavorarono per 30 anni per creare questa enorme chiesa con i suoi circa 300 dipinti, con le sue finiture in marmo, alabastro e oro. Nella cripta sono conservate icone provenienti da tutta la Bulgaria.
Più piccola la vicina chiesa di Santa Sofia, dalla quale la capitale prende il nome, costruita nel sesto secolo sui resti di una chiesa ancora più antica. All’interno ammirate i mosaici di alberi, fiori e uccelli. Da non perdere la “chiesa russa” di San Nicola, il cui esterno in colori brillanti, contrasta con l’interno scuro e l’effetto è assai suggestivo.
Non molto distanti a piedi la Chiesa Ortodossa di Santa Nedelia, la Sinagoga Centrale a la Moschea di Banya Bashi... a sottolineare il succedersi nella città delle varie influenze.
E’ bello passeggiare attraverso i giardini del Palazzo Nazionale della Cultura (NDK) e sedere a guardare l’acqua delle fontane. Sotto il Palazzo c’è la metropolitana e diversi negozi interessanti. Lungo la strada Rakovski molti i ristoranti e le pasticcerie.
Ristoranti di ottimo livello e dai prezzi bassi (meno di 20 euro in due a cena) nei pressi dell’università. Ottima la grappa bulgara: la Rakìa.
Sofia
Città della Bulgaria, capoluogo di okolija nell'oblast di Burgas. La città sorge a 266 m. in posizione pittoresca sul pendio meridionale dei Balcani (Sini Kameni "rupi verdi"), che le dànno grande abbondanza di acque, e un piccolo fiume, ond'è attraversata, l'Arsenevica, affluente del Tundža. Sorse probabilmente come centro militare, al confine bizantino-bulgaro, nel primo Medioevo, ed è ricordata come luogo importante da Edrisi (prima del 1154).